Clamorosa scoperta!
Svelata l’origine dei resti archeologici rinvenuti alle porte di Branderio
Storia remota di Branderio
Come ormai in molti avranno notato, sono in corso da quasi un anno gli scavi archeologici presso le mura ciclopiche sud orientali di Branderio.
Su espressa richiesta del professor Bernard Roussow, si è fatto il possibile per evitare che folle di curiosi rallentassero i lavori di scavo e di catalogazione dei reperti, ma finalmente è giunto il momento di anticipare che codesti scavi modificano non di poco le ipotesi sulle origini branderiane.
I reperti sono stati trovati a profondità notevoli, ma anche a profondità modeste. Indubbiamente ciò significa che la loro stratificazione è molto più antica di quanto finora era di nostra conoscenza.
La tipologia dei manufatti, soprattutto le terrecotte, hanno mostrato un inequivocabile derivazione dallo stile e dal materiale etrusco, ma a profondità maggiore sono stati scoperti anche vasi e piccole figure femminili di sicura derivazione (e taluna di origine) minoica e delle isole Cicladi.
Stiamo quindi dicendo che le radici branderiane risalgono a molto prima dell’età del ferro.
Nonostante il professor Roussow sia notoriamente una persona schiva, riluttante a parlare in pubblico e ad essere di poche parole, nel corso di una conferenza stampa tenutasi in un gazebo collocato su un bastione delle mura ciclopiche, ci ha comunicato la sua sorpresa per le inattese scoperte.
Egli ci ha confessato che parte delle scoperte si debbono al caso, in quanto a causa di un rischio di frana (fortunatamente mai avvenuta), il piano degli scavi fu variato, con suo notevole disappunto.
Anziché iniziare gli scavi in prossimità della Grande Porta rivolta a oriente, al professor Roussow e la sua equipe, è stato dato il permesso di scavare nella parte che dalla Grande Porta orientale scende fino alla marina.
Un compito più faticoso, con molto più materiale da spostare, con maggiori difficoltà per lo smaltimento dei detriti, con meno spazio per l’allestimento della tenda dove i reperti vengono esaminati dagli studiosi.
Inoltre la maggior parte dei manufatti più preziosi non è stata raccolta come ci si sarebbe aspettato, in prossimità della residenza del monarca (dove si sarebbe dovuto scavare) ma ai piedi delle mura ovvero in prossimità delle residenze della servitù e della gente che noi chiameremmo ‘comune’ se non fosse per l’enorme ricchezza che quei manufatti denotano. Una ricchezza che conferisce agli antichissimi abitanti di quella che oggi è Branderio, una disponibilità di mezzi e di denaro paragonabile se non superiore a quella attuale.
La molteplice provenienza che si riscontra nei numerosi manufatti d’argento e soprattutto d’oro come corone, diademi, fibule, orecchini, strigili, pendagli, bracciali, denota che la Branderio del bronzo, era meta ambita da tutti i monarchi ed i potenti di quell’era.
In fondo non è cambiato poi molto, ma è bello aver scoperto che le nostre tradizioni, soprattutto per quanto riguarda il buon vivere ed il bel vivere, sono sempre state solide come le possenti mura che hanno dissuaso qualsiasi invasore ed hanno invece accolto chiunque abbia potuto accrescere fama e ricchezza della nostra terra.
A conclusione della conferenza stampa, il professor Roussow ha detto di essere sorpreso per non aver trovato scheletri, sarcofagi, tombe o resti funerari. Questo non ha permesso di fare passi avanti sulla conoscenza antropologica e sulle usanze funebri degli antichi branderiani, un aspetto importante che guiderebbe il prof. Roussow verso le origini ancor più remote dell’uomo di Branderio.
Senza dirlo espressamente, il sornione sorrisetto del prof. Roussow ha lasciato intendere a tutti di voler tornare ed organizzare una nuova serie di scavi.
Quando fra il pubblico qualcuno gli ha chiesto come è stata la suo permanenza a Branderio, il ‘luminare’ si è ‘illuminato’ e dalla folta barba bianca è apparso un ampio sorriso.
Spyridon Galatos – Comune di Branderio