Da mesi ormai c’è un gran fermento nei pressi della Base Spaziale di Branderio, in località Piana Berezzo. Negli ultimi giorni, si è intensificato ulteriormente il viavai di enormi mezzi articolati in entrata e uscita.
In tempi non ancora sospetti era saltato all’occhio il posizionamento di un colossale missile vettore.
Durante la primavera si era visto aumentare il volume del vettore e il brulicare di specialisti in tuta bianca sul gigante che cresceva ogni giorno di più.
Le strade fra l’entroterra e la costa, abitualmente tranquille e silenziose, improvvisamente si sono congestionate per il traffico di curiosi, cronisti e troupe dei vari canali televisivi. E’ anche dovuta intervenire la Protezione Civile per scongiurare che si verificassero ingorghi o incidenti.
A ridosso della partenza programmata dalla NASA della missione Artemis 1, nessuno ancora sapeva lo scopo del gigantesco missile di Branderio, ma ormai pare chiaro.
Dopo una lunga attesa col cuore in gola, settimana scorsa abbiamo assistito a ben due rinvii della missione Artemis 1 a causa di problemi di raffreddamento dei sistemi di propulsione. Sappiamo quanto sia importante la sicurezza in una missione simile: in un momento storico come quello che stiamo vivendo un insuccesso sarebbe semplicemente inaccettabile e dannoso per l’immagine degli Stati Uniti agli occhi di tutto il mondo.
Nulla può essere lasciato al caso, la missione deve avere successo, tuttavia pare che la NASA non riesca ad uscire da questo susseguirsi di problemi e malfunzionamenti.
Solo due giorni fa, alla Base Spaziale di Branderio siamo riusciti a scorgere, tra i vapori di azoto che raffreddano ed avvolgono l’enorme missile, una gigantesca scritta lungo tutto il corpo principale: BRANDEMIS.
Non vi nascondiamo che un brivido misto di orgoglio e paura ci ha scosso fortemente, eravamo scioccati: quel nome, scritto in caratteri cubitali, diceva tutto.
Da subito hanno iniziato a circolare voci di chi sostiene che il nostro colossale missile, sostituirà l’americano Artemis 1 nel caso in cui ulteriori anomalie ne ritardassero il lancio, ma noi abbiamo voluto contattare direttamente Lamberto Morelli, presidente dell’Ente Spaziale di Branderio, con sede negli uffici della stessa Base Spaziale in località Piana Berezzo, a poche centinaia di metri dal Fiume Berezzo, da cui trae acqua per il raffreddamento di tutti gli impianti.
In questi giorni siamo letteralmente sommersi di telefonate e lettere di cittadini e giornalisti che vogliono sapere cosa stia succedendo, pertanto vi ringrazio per questa intervista che finalmente chiarirà la situazione.
Iniziamo col dire che la Base Spaziale di Branderio e il nostro Ente Spaziale, due realtà distinte e finanziate direttamente dall’Amministrazione Comunale, lavorano in totale sinergia da oltre 30 anni e hanno sin dall’inizio della loro attività un unico obbiettivo oltre lo studio dello Spazio: lo sbarco sulla Luna.
E’ così che circa 10 anni fa, dopo un lungo periodo di pianificazione e programmazione, abbiamo iniziato il grande progetto di un missile vettore che potesse raggiungere il nostro satellite naturale.
Non nascondiamo la nostra collaborazione diretta con gli americani, che in questi anni ci hanno fornito tutto il know-how, l’hardware e i software necessari allo sviluppo della nostra navicella.
Tuttavia è di fondamentale importanza l’operato del nostro centro interno di Ricerca e Sviluppo, che grazie a tecnologie in costante crescita, al pari di quelle utilizzate da SpaceX di Elon Musk, ha saputo trovare e mettere in campo soluzioni ingegneristiche del tutto fuori dagli schemi, che rappresentano oggi l’avanguardia in campo aero-spaziale: parliamo del decollo “laterale” del missile e dell’impianto a “catapulta” che fornirà la spinta iniziale sufficiente a raggiungere la stratosfera in totale inerzia, ossia senza l’utilizzo di carburante: due elementi che da soli cambiano drasticamente le regole del gioco, per non parlare del resto, ma non voglio tediarvi oltre.
Sembra incredibile ma, la NASA non ce la fa! Purtroppo Artemis 1, nonostante una progettazione ai limiti della perfezione, pecca proprio nelle basi, e per la riuscita di una missione simile, con un mezzo così sofisticato, c’è da aspettarsi che i problemi riscontrati non siano che l’inizio di una lunga serie.
Possiamo dire che ad oggi, i punti deboli di Artemis 1 siano esattamente i punti di forza di BRANDEMIS e la nostra navicella, non solo partirà probabilmente prima di quella americana, ma con tutta probabilità avrà anche una funzione di supporto ed eventuale soccorso o recupero di quest’ultima.
Siamo quindi ad un passo dalla conclusione, che poi non è altro che l’inizio di un viaggio nello spazio che resterà nella storia: un cittadino di Branderio sulla luna! Non cambieremo i nostri piani e i nostri obbiettivi resteranno invariati, semplicemente la nostra missione avrà una polivalenza, che suo malgrado porterà Branderio sotto gli occhi di tutto il mondo, ne siamo certi e vi terremo aggiornati.
Ufficio Stampa – Comune di Branderio